Crisi d’impresa

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Il Quaderno “I professionisti nella crisi d’impresa e nelle funzioni giudiziarie” offre un quadro chiaro e rinnovato su come affrontare le situazioni aziendali complesse. Qui sotto tutti i dettagli.

Come gestire oggi la crisi d'impresa
Crisi d’impresa – strumenti e novità

Negli ultimi tempi, il tema della crisi d’impresa è tornato al centro dell’attenzione, grazie anche all’aggiornamento normativo proposto dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili (CNDCEC).

Infatti, il recente Quaderno “I professionisti nella crisi d’impresa e nelle funzioni giudiziarie” ha offerto un quadro chiaro e rinovato su come affrontare con competenza e tempestività le situazioni aziendali complesse.

Parole chiave come

prevenzione, trasparenza, supporto professionale qualificato e digitalizzazione delle procedure

stanno ridisegnando il panorama normativo e operativo.

Ecco cosa cambia e quali sono gli strumenti ora a disposizione di imprese e consulenti.

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Crisi d’impresa: approccio culturale e normativo cambiato

La prima grande novità è concettuale: il termine “fallimento” è stato archiviato e sostituito da “liquidazione giudiziale”.

Un cambio apparentemente formale che, in realtà, segna una svolta culturale.

L’obiettivo è superare la logica punitiva e favorire invece un’ottica di recupero e ristrutturazione.

Le imprese in difficoltà non vengono più considerate realtà irrimediabilmente compromesse, ma

soggetti da accompagnare verso una possibile ripartenza.

A questa visione si affianca un rafforzamento del ruolo dei professionisti coinvolti nella gestione della crisi.

Quindi commercialisti, avvocati, consulenti aziendali e altri operatori del settore devono ora essere iscritti in un elenco nazionale.

Questo registro, oltre a garantire il possesso di competenze tecniche aggiornate, impone criteri stringenti in tema di imparzialità e deontologia.

L’intento è duplice: offrire maggiori garanzie alle imprese che si affidano a questi esperti e rendere i procedimenti più fluidi e trasparenti.

Nuovi strumenti operativi

Il sistema offre oggi una “cassetta degli attrezzi” più ampia e moderna.

Tra le innovazioni più rilevanti c’è la possibilità per l’imprenditore di avviare un percorso assistito da un esperto indipendente, in modalità riservata e persino digitale.

Questa soluzione, pensata per intercettare i segnali di crisi in fase precoce, permette di impostare strategie di risanamento evitando, ove possibile, il contenzioso giudiziario.

Le nuove norme introducono una certa flessibilità nei tempi, ma la concessione non è automatica.

Per ottenere proroghe nella presentazione di piani di ristrutturazione o risanamento, è necessario dimostrare la sostenibilità del progetto con dati concreti e previsioni attendibili.

Non bastano buone intenzioni o promesse generiche: serve un percorso strutturato, supportato da analisi economiche e finanziarie solide.

Trasparenza e responsabilità al centro della riforma

In un contesto in cui possono essere coinvolte anche risorse pubbliche, la trasparenza diventa imprescindibile.

Ogni proposta deve contenere indicazioni precise su costi, proiezioni di ricavi, esposizioni e rischi.

Anche le imprese già inattive da tempo possono rientrare nei processi si riorganizzazione, purché sussistano i requisiti previsti.

Il nuovo impianto normativo punta a rafforzare la prevenzione, valorizzando le competenze professionali e incentivando un approccio proattivo e responsabile alla crisi.

Le imprese, grazie a questi strumenti, non sono più lasciate sole nei momenti più delicati, ma possono contare su un quadro normativo più equo, moderno e orientato alla ripartenza.

Affrontare una crisi oggi richiede competenza, tempestività e visione strategica.

Ma se gestita con gli strumenti giusti e il supporto adeguato, può rappresentare non una fine, ma l’inizio di una nuova fase di crescita.

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