Bonus ricerca e sviluppo

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Il nuovo incentivo fiscale pensato per favorire l’occupazione stabile di ricercatori altamente qualificati. Una misura che unisce il mondo accademico e il tessuto imprenditoriale. Tutti i dettagli qui sotto.

Come si può prendere il bonus ricerca e sviluppo
Ricerca e sviluppo: arriva il bonus

In un momento in cui competitività e innovazione sono leve decisive per lo sviluppo, arrivano buone notizie per chi investe nel capitale umano e nella ricerca.

Dal 1° luglio 2025, prenderà il via un incentivo fiscale pensato per favorire l’occupazione stabile di ricercatori altamente qualificati.

Una misura concreta che mette al centro l’incontro tra mondo accademico e tessuto imprenditoriale, con vantaggi immediati per entrambe le parti.

Ma questa è solo una parte del quadro: nel nuovo decreto-legge ci sono anche novità significative per chi sogna una carriera nella ricerca universitaria.

Il Governo ha introdotto all’interno del decreto legge 45/2025, una misura fiscale che mira a incentivare l’assunzione stabile di profili accademici altamente qualificati.

Si tratta di un credito d’imposta, che potrà essere utilizzato attraverso il modello F24.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Se invece volete sapere come accedere al Bando dedicato ai borghi marchigiani, cliccate qui.

Bonus ricerca e sviluppo: di cosa si tratta?

Il cuore della proposta è un

contributo a fondo perduto pari a 10mila€

per ogni nuovo ricercatore assunto con contratto a tempo indeterminato.

Un credito d’imposta diretto, che potrà essere utilizzato facilmente attraverso il modello F24 per abbattere le imposte dovute.

A beneficiarne saranno le aziende che sceglieranno di integrare nel proprio organico figure come dottori di ricerca o ex titolari di contratti post-dottorali universitari.

Si tratta quindi di un’opportunità concreta non solo per grandi realtà industriali, ma anche per le piccole e medie imprese che vogliono crescere e innovare con il supporto di competenze scientifiche avanzate.

Il bonus sarà disponibile fino al 31 dicembre 2025 e si inserisce in un quadro più ampio di riforme e investimenti previsti dal PNRR Scuola.

Questa nuova misura arriva dopo il precedente incentivo da 7.500€, che però aveva incontrato scarso interesse da parte del mondo imprenditoriale.

Stavolta, l’accessibilità e l’importo aumentato potrebbero fare davvero la differenza, rendendo la misura più attraente e semplice da utilizzare.

Nuovi contratti per giovani ricercatori

Il decreto non si limita a sostenere le aziende: guarda anche a chi si affaccia alla carriera universitaria, introducendo nuove forme contrattuali pensate per chi ha appena concluso un dottorato in ricerca.

Si tratta di incarichi annuali, rinnovabili fino a un massimo di 3 anni, dedicati a chi vuole continuare a fare ricerca, insegnare e collaborare con imprese e territorio.

Una sorta di ponte tra il mondo della formazione e quello del lavoro, che punta a dare stabilità a profili ancora “non strutturati” ma già altamente formati.

Uno degli aspetti più rilevanti di questi nuovi contratti è la compatibilità con i bandi europei, come quelli del programma MSCA.

Questa compatibilità risolve un nodo cruciale per gli atenei italiani, che finora rischiavano di essere esclusi da numerosi progetti internazionali proprio per l’assenza di contratti adeguati.

Un passo avanti per la competitività della ricerca italiana

Queste novità rappresentano un passo deciso verso una maggiore integrazione tra il mondo della ricerca e quello delle imprese.

Da un lato, le aziende avranno a disposizione strumenti concreti per investire sul talento e l’innovazione.

Dall’altro, i giovani ricercatori potranno contare su percorsi più chiari e stabili per costruire il proprio futuro accademico, anche a livello internazionale.

Il sistema ricerca in Italia guadagna così in solidità e in competitività, con l’obiettivo di attrarre risorse, competenze e progetti anche oltre i confini nazionali.

Un’occasione da non lasciarsi sfuggire, per chi crede che la conoscenza sia il motore principale dello sviluppo economico e sociale.

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