Bilancio d’esercizio: di cosa si tratta e quali sono le sue caratteristiche
Il Bilancio d’Esercizio è la documentazione contabile che viene redatta al termine di ogni esercizio al fine di porre in evidenza quali sono stati i risultati della passata gestione.
In sintesi, all’interno del Bilancio d’Esercizio confluiscono le rilevazioni che sono state effettuate mediante la contabilità generale, lo stesso pertanto esprime l’andamento economico, finanziario e patrimoniale dell’azienda.
Tra le principali caratteristiche del Bilancio Aziendale troviamo la circostanza che sia, prima di tutto, un documento ordinario, essendo redatto al termine di ogni anno d’esercizio a cui si riferisce.
Ci sono, infatti, tipologie di Bilanci che vengono definiti straordinari in quanto redatti in momenti particolari della vita dell’azienda.
Altra caratteristica è che è un documento di derivazione contabile, in quanto contiene i dati di contabilità generale dell’azienda.
Infine, è un documento consuntivo, riferendosi all’attività già svolta.
I Bilanci preventivi, invece, fanno riferimento all’attività che verrà svolta in futuro.
Le principali funzioni del Bilancio Aziendale
La funzione del Bilancio d’Esercizio ha subito nel corso del tempo molte variazioni: prima ricopriva il fine di tutelare i creditori ed i soci dell’azienda, ad oggi invece è un importante strumento informativo per tutti coloro che, per varie ragioni, sono interessati alle vicende dell’impresa, i c.d. stakeholders (ossia, letteralmente, i portatori di interessi).
Le informazioni insite nel Bilancio Aziendale interessano due principali categorie: soggetti interni all’azienda, come i soci, l’imprenditore, i dipendenti o i responsabili dell’amministazione; soggetti esterni, quali banche, istituti finanziari, fisco, clienti e simili.
La funzione informativa riguarda i dettagli sulla gestione, sul patrimonio, sulla situazione finanziaria e sul reddito dell’azienda.
Oltre alla funzione informativa poi il Bilancio d’Esercizio ricopre una funzione di controllo.
Con tale strumento, infatti, i soggetti interni verificano la redditività degli investimenti effettuati, le forme di impiego degli utili e la condotta degli amministratori; i soggetti esterni, invece, controllano le decisioni aziendali e la regolarità delle stesse.
I documenti che compongono il Bilancio d’esercizio
Ai sensi di quanto previsto dall’art. 2423 c.c. i documenti che formano il Bilancio sono quattro: Stato Patrimoniale, Conto Economico, Rendiconto Finanziario (dall’anno 2016) e Nota Integrativa.
Lo Stato Patrimoniale è ciò che mette in rilievo la situazione patrimoniale dell’azienda alla data del Bilancio d’Esercizio.
In sostanza, lo Stato Patrimoniale è una fotografia dell’entità e della composizione del patrimonio dell’impresa, compresi i beni e i finanziamenti.
Il Conto Economico, invece, è il documento che rileva la situazione economica dell’impresa ed il risultato – sempre in termini economici – che è stato conseguito.
Tramite tale documento è possibile, quindi, una disamina degli elementi negativi e positivi di reddito di competenza relativo al periodo che ha contribuito a costituire il reddito dell’esercizio.
Il Rendiconto Finanziario è il documento che fotografa la situazione finanziaria dell’azienda.
Ha l’obiettivo di mettere in luce:
- la politica seguita dall’azienda sui finanziamenti
- l’entità degli investimenti selezionati
- la correlazione tra finanziamenti e investimenti
- le aree di gestione di risorse finanziarie
- le aree che hanno prodotto un incremento delle risorse
La Nota Integrativa, infine, fornisce ulteriori informazioni che integrano il contenuto dello Stato Patrimoniale, del Conto Economico e del Rendiconto Finanziario.
Stato Patrimoniale e Conto Economico
L’art. 2423 ter c.c. prevede le caratteristiche proprie dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico.
Tali caratteristiche sono:
- La struttura rigida
- L’equiparazione con i dati dell’esercizio precedente
- Il divieto di compiere compensi di partite
- Il raggruppamento o la scomposizione di voci
La struttura rigida implica che la stessa non possa essere modificata, colui che redigerà il bilancio, pertanto, dovrà adeguarsi all’ordine delle voci previsto all’interno del Codice Civile all’art. 2425 per lo Stato Patrimoniale ed all’art. 2426 per il Conto Economico.
Il fine di tale principio è quello di diminuire la discrezionalità degli amministratori, rendere più comprensibile il Bilancio d’Esercizio e favorire il rapporto tra i Bilanci d’Esercizio di imprese differenti, ma riguardanti lo stesso esercizio.
In relazione alla equiparazione dei dati, la stessa prevede che ogni voce del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale dovrà indicare l’importo corrispondente all’esercizio al quale il Bilancio si riferisce.
Il divieto di compiere compensi di partite può essere meglio compreso con un esempio: qualora la tua impresa abbia un credito nei confronti di Tizio di Euro 1.000,00 e un debito, sempre nei riguardi di Tizio, di Euro 500,00, non potrai indicare nel Bilancio d’Esercizio la differenza tra i due importi ma dovrai provvedere ad indicare entrambe separatamente.
L’unica eccezione a tale regola è il caso in cui sia la legge stessa a prevedere la possibilità di compensazione.
Infine, il raggruppamento o la scomposizione di voci prevede che Conto Economico e Stato Patrimoniale si fondino su una distinzione in classi, macroclassi e voci.
Queste ultime, precedute da numeri arabi, potranno essere raggruppate (qualora l’importo sia irrilevante per la corretta rappresentazione dell’impresa) o suddivise (senza eliminazione della voce complessiva e del suo importo).
Le voci subiranno poi un adattamento qualora ciò sia reso necessario per la natura dell’attività posta in essere dall’impresa.
Lo Stato Patrimoniale nel dettaglio
L’art. 2424 c.c. descrive la struttura dello Stato Patrimoniale, suddiviso in sezioni contrapposte. Nella sezione di sinistra vengono indicate le attività, nella sezione di destra, invece, vengono indicati il capitale netto e le passività.
Le attività, le passività ed il netto sono divisi in macroclassi, indicate con lettere maiuscole, le quali sono a loro volta suddivise in classi, indicate con numeri romani; le classi sono poi suddivise in voci, contraddistinte da numeri arabi e le voci possono essere ulteriormente suddivise in sottovoci, rappresentate da lettere minuscole.
Le principali macroclassi presenti nello Stato Patrimoniale sono:
- tra le attività:
- I crediti verso soci
- Le immobilizzazioni
- L’attivo circolante
- I ratei e risconti
- tra le passività:
- Il capitale netto
- Il patrimonio netto
- I fondi per rischi e oneri
- Il trattamento di fine rapporto subordinato
- I debiti
- I ratei e risconti
Vediamo un po’ più nel dettaglio alcune tra queste macroclassi.
Le immobilizzazioni restano all’interno dell’impresa per periodi medio-lunghi e sono a loro volta suddivisi in immobilizzazioni materiali, immobilizzazioni immateriali ed immobilizzazioni finanziarie.
L’attivo circolante, invece, resta all’interno dell’impresa per periodi di breve durata e viene diviso in rimanenze, crediti, attività differenti dalle immobilizzazioni e disponibilità liquide.
Il patrimonio netto è suddiviso in: capitale, riserve (da sovrapprezzo azioni, da rivalutazioni, legali, statutarie, per operazioni di copertura, per azioni proprie in portafoglio) e utili (portati a nuovo e dell’esercizio).
Il Conto Economico nel dettaglio
Come si ha già avuto modo di precisare il Conto Economico è ciò che descrive il reddito dell’azienda nel periodo di esercizio.
Inoltre, permette di comprendere se tale reddito si è formato tramite confronto tra componenti negativi e positivi di reddito.
L’art. 2425 c.c. descrive la struttura del Conto Economico, la quale si presenta in modo scalare: unisce i componenti negativi e positivi di reddito in relazione all’area di gestione a cui si riferiscono e mette in rilievo i risultati intermedi.
Anche nel Conto Economico c’è una suddivisione in macroclassi, definite con lettere maiuscole, in voci, descritte con numeri arabi, e sottovoci, contraddistinte da lettere minuscole.
Le macroclassi presenti nel Conto Economico sono: valore della produzione, costi della produzione, proventi ed oneri finanziari, rettifiche di valore di attività e passività finanziarie e risultati intermedi.
Di nuovo, vediamo un po’ più nel dettaglio queste macroclassi.
Il valore della produzione indica il valore contabile di servizi e beni che l’impresa ha prodotto durante l’esercizio.
Una parte di produzione sarà stata venduta e avrà generato ricavi, mentre, quella non venduta, avrà incrementato le rimanenze presenti nel magazzino.
I ricavi di vendita sono indicati nel Conto Economico al netto di rettifiche (come resi, buoni e simili).
I costi della produzione prevedono tutti i costi sostenuti dall’azienda per produrre servizi e beni.
La differenza i costi della produzione e del valore della produzione è il primo risultato intermedio che risulta nel Conto Economico ed è di fondamentale rilevanza avendo il pregio di rappresentare l’efficienza della gestione aziendale.
I proventi sono il risultato degli investimenti finanziari, mentre, i costi sono il risultato derivante dall’indebitamento dell’azienda.
La differenza tra tali valori è il risultato della gestione finanziaria.
Infine, le rettifiche di valore delle attività e passività finanziarie sono ricavi e costi che nascono dalla variazione degli investimenti finanziari posti in essere dall’azienda.
Da ricordarsi che tale dato non tiene conto dell’imposta sul reddito che l’azienda dovrà pagare e calcolare.
Altro risultato intermedio è il risultato prima delle imposte e si ottiene effettuando la somma tra: differenza tra costo e valore di produzione, oneri e proventi finanziari e rettifiche di valore delle attività e passività finanziarie.
Sottraendo, quindi, al risultato prima delle imposte, l’importo calcolato dell’imposta sul reddito si determinerà il risultato economico al netto delle imposte.
Qualora tale dato sia positivo si avrà un utile di esercizio, diversamente, si parlerà di perdita dell’esercizio.
I Soggetti obbligati alla redazione del Bilancio d’Esercizio
Il Bilancio d’Esercizio deve essere redatto dalla maggior parte delle imprese come: Società di capitali e Società di persone.
La materia in oggetto è piuttosto complessa, per cui è bene affidarsi a uno studio commercialista di comprovata esperienza capace di fornire assistenza, nonché una pratica risoluzione delle complessità derivanti dalla materia in oggetto.
Per ricevere una CONSULENZA da parte dello Studio Pietrella Brué, chiama subito il 345 9478660.
Fisseremo subito un colloquio telefonico o in video chiamata entro 24 ore per comprendere insieme a te se ci sono le condizioni per collaborare insieme.