Il Decreto fiscale 2025 richiede un’attenta revisione delle strategie fiscali, con una particolare attenzione alle novità già operative e a quelle che entreranno in vigore nei prossimi mesi. Qui sotto i dettagli.

È arrivato un pacchetto di aggiornamenti fiscali che promette di incidere concretamente sull’operatività di imprese, lavoratori autonomi, enti del Terzo Settore e amministrazione pubblica.
Il Decreto Legge n.84/2025, pubblicato di recente e già in vigore dal 18 giugno, introduce una serie di modifiche che spaziano dalle regole sulle spese deducibili alla gestione delle perdite fiscali, fino a toccare ambiti come l’IVA, le agevolazioni per le assunzioni, l’IMU e il calendario delle dichiarazioni.
Il fio conduttore?
Una ricerca di maggiore coerenza normativa, semplificazione dei processi e
allineamento agli standard europei.
Ma non mancano alcune restrizioni che richiederanno attenzione e, in molti casi, un adeguamento dei comportamenti fiscali e amministrativi.
Per imprese, professionisti e Terzo Settore, il momento è propizio per un bilancio interno e per pianificare con precisione le azioni da intraprendere.
Continuate a leggere per essere informati su tutte le novità.
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Fisco 2025: spese, rimborsi e redditi
Il nuovo assetto normativo riscrive in parte le regole sulle spese professionali.
Le trasferte, che comprendono vitto, alloggio e viaggio, potranno essere dedotte solo se pagate con strumenti tracciabili, escludendo quindi l’uso del contante, salvo una deroga importante:
i viaggi all’estero continueranno a essere ammessi anche con pagamenti non tracciabili.
Lo stesso criterio si applicherà ai rimborsi spese: se il pagamento originario è avvenuto in Italia e in contanti, il rimborso sarà trattato come reddito tassabile.
Altre modifiche interessano proventi finanziari e le partecipazioni:
alcune entrate saranno ora classificate come redditi di capitale,
mentre le plusvalenze da cessione di quote legate ad attività professionali rientreranno nei redditi diversi, con impatti diretti sull’imposizione fiscale.
Perdite fiscali
Un’altra novità di rilievo riguarda la gestione delle perdite fiscali in occasione di fusioni, scissioni e conferimenti.
Si abbandona il precedente legame con il valore del patrimonio netto, per indurre un parametro più semplice e oggettivo:
il limite di riporto è ora determinato sulla base dei versamenti effettuati nei due anni precedenti.
Scompaiono inoltre alcuni paletti che negli anni passati avevano reso più complicato il recupero delle perdite, come quello relativo ai conferimenti d’azienda.
Questo nuovo approccio mira a rendere più fluide le riorganizzazioni societarie, riducendo gli ostacoli normativi che spesso rallentano le operazioni straordinarie.
Un calendario fiscale da aggiornare
Sul versamento IVA, viene ampliato l’ambito del reverse charge, che include ora anche il settore logistico e del trasporto merci, subordinatamente all’approvazione da parte dell’Unione Europea.
Dal 1° luglio 2025, invece, lo split payment non sarà più applicato alle società quotate nel FTSE MIB, a seguito della scadenza dell’autorizzazione comunitaria.
In materia di IMU, i Comuni che non hanno approvato le aliquote entro febbraio avranno tempo fino al 15 settembre per regolarizzarsi tramite la piattaforma online del federalismo fiscale.
Cambiano anche i criteri per accedere agli incentivi alle assunzioni: le società collegate vengono escluse dal conteggio degli incrementi occupazionali, con possibili ripercussioni sulla pianificazione aziendale.
Infine, slittano alcune scadenze importanti:
chi presenta la dichiarazione dei redditi o IRAP entro l’8 novembre sarà comunque considerato in regola,
mentre per forfettari e soggetti ISA il termine per versare saldo e acconto passa dal 30 giugno al 21 luglio, con possibilità di ulteriore posticipo al 20 agosto con una lieve maggiorazione.