Con l’obiettivo di rendere la filiera del tessile sempre più sostenibile e competitive, il Ministero delle Imprese offre un incentivo importante: “Investimenti nella filiera delle fibre tessili naturali e della concia”. I dettagli.

Il settore tessile e conciario italiano, da sempre fiore all’occhiello del Made in Italy, si trova oggi di fronte a una nuova occasione di rilancio e innovazione.
Con l’obiettivo di rendere queste filiere sempre più sostenibili e competitive, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha messo in campo un incentivo importante: “Investimenti nella filiera delle fibre tessili naturali e della concia”.
Una misura che può rappresentare un vero punto di svolta per micro, piccole e medie imprese attive in questi ambiti.
La misura, promossa in collaborazione con Invitalia, prende vita grazie alla Legge “Made in Italy” n.206 del 2023 e al decreto interministeriale del 10 dicembre 2024.
Il fondo a disposizione ammonta a 30,5 milioni di euro e si rivolge in particolare a quelle imprese che intendono investire in innovazione sostenibile, produzione efficiente e tracciabilità dei processi.
L’obiettivo è chiaro:
favorire la crescita delle aziende del comparto, incoraggiando l’adozione di pratiche virtuose in ambito ambientale e l’utilizzo di materiali naturali o riciclati.
Il tutto, senza trascurare la necessità di ottenere certificazioni che attestino la sostenibilità delle attività produttive.
Se volete sapere perché tante imprese sono entrate nel mirino del Fisco, cliccate qui e leggete Utili extra-bilancio.
Nuovi fondi per il tessile: beneficiari e interventi ammessi
Il sostegno economico è rivolto a micro, piccole e medi imprese che operano nella filiera tessile (codice ATECO 13) o nella concia delle pelli (codice ATECO 15.11).
Le agevolazioni possono coprire fino al 60% delle spese ammissibili sotto forma di contributo a fondo perduto.
Per progetti di dimensioni più importanti, è possibile anche combinare il contributo a fondo perduto con finanziamenti agevolati.
Il bando premia progetti concreti, che dimostrano reale volontà di rinnovamento e attenzione all’ambiente.
Nello specifico, sono considerate ammissibili le seguenti spese:
- acquisto di macchinari e attrezzature per rendere i processi più efficienti e meno impattanti;
- formazione del personale, con percorsi mirati a sviluppare nuove competenze legate alla sostenibilità;
- certificazioni ambientali che attestino la conformità a standard riconosciuti;
- licenze software per migliorare la tracciabilità della filiera produttiva;
- attività di ricerca e sviluppo per introdurre innovazioni concrete nei materiali e nei processi.
È importante ricordare che il progetto deve prevedere una spesa minima di 30mila€ per essere preso in considerazione e che solo le spese effettuate dopo la presentazione della domanda saranno considerate valide.
Come partecipare: tempi e modalità
Il processo di partecipazione è piuttosto lineare, ma richiede attenzione.
Ecco i passaggi principali:
Registrazione sul portale di Invitalia, disponibile dalle ore 12:00 del 27 marzo 2025.
Invio della domanda online, possibile fino alle ore 12:00 del 3 giugno 2025.
Per accedere, sarà necessario disporre di SPID, firma digitale e una casella PEC.
La selezione avverrà tramite graduatoria, basata su criteri oggettivi stabiliti dal decreto del 10 dicembre 2024.
Una volta ottenuti i fondi, sarà obbligatorio riportare il Codice Unico di Progetto (CUP) su tutte le fatture relative al progetto, pena la revoca del contributo.
Per evitare esclusioni o rallentamenti, è fondamentale preparare per tempo tutta la documentazione, inclusi i moduli DSAN che attestano il possesso dei requisiti e la conformità del progetto.
Questo non solo garantisce un accesso regolare alla misura, ma dimostra anche la serietà dell’impresa nell’affrontare un precorso di crescita sostenibile.